L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha recentemente pubblicato una serie di obiettivi per l’eliminazione dell'epatite virale, tra cui la diagnosi del 90% dell'HCV cronica, il trattamento del’80%, e la riduzione della mortalità del 65% entro il 2030. Questi ambiziosi obiettivi seguono una grande trasformazione nel trattamento dell'HCV, in cui i regimi antivirali ad azione diretta (DAA) hanno portato a un notevole aumento nella diffusione della terapia in molti paesi. Visto il successo, i progressi nella terapia dell'HCV hanno anche portato a discutere del potenziale del trattamento dell'HCV come prevenzione.

Lo Swiss HIV Cohort Study (SHCS), il gruppo svizzero che dal 1988 che studia la coorte HIV, ha portato avanti un programma nazionale di microeliminazione dell'HCV tra gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini e che convivono con l'HIV, allo scopo di verificare se gli obiettivi dell'OMS fossero realizzabili in questa popolazione. Tale programma ha portato alla conferma degli obiettivi dell’OMS, registrando un calo del 77% del tasso di incidenza dell'HCV. Se dunque si cerca regolarmente attraverso tecniche molecolari la presenza dell’HCV, è dunque possibile ridurre il bacino delle persone contagiose e ridurre quindi la catena dei contagi.

*Nomi e immagini sono totalmente anonimizzati.

Cercando regolarmente la presenza dell’epatite C attraverso tecniche molecolari è possibile ridurre il bacino delle persone contagiose e quindi la catena dei contagi.  

Responsabile del progetto: Prof. Dr. med. Enos Bernasconi, Viceprimario Medicina interna Ospedale Regionale di Lugano - Civico e Italiano, Viceprimario Malattie infettive ORL Ospedale Regionale di Lugano - Civico e Italiano, Responsabile Medicina da viaggio Ospedale Regionale di Lugano - Civico e Italiano

Collaborazioni: Swiss HIV Cohort Study

Sostenitori: Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica (FNS), Swiss HIV Cohort Research Foundation, aziende private