Centrare il bersaglio in caso di carcinoma midollare della tiroide
Area di ricerca: Oncologia
Kevin P.* (6) soffre di un raro tumore aggressivo che purtroppo colpisce anche i bambini: il carcinoma midollare della tiroide, che può insorgere in forma sporadica o per via genetica. Tipicamente questo tumore si manifesta attraverso un nodulo alla tiroide, ma in molti casi non vi sono sintomi evidenti. Per questo motivo è molto importante che venga fatta una diagnosi precoce – specialmente se sussiste familiarità con il tumore. Fin da piccolo, Kevin P. è dunque stato sottoposto a numerosi controlli, fonte di grande stress per lui e per i suoi genitori.
Descrizione del progetto
Il metodo classico di monitoraggio consiste nell’eseguire il dosaggio di un ormone circolante nel sangue e prodotto dal carcinoma, la cosiddetta calcitonina. I valori alti di calcitonina nel sangue non sono tuttavia sempre sinonimo di situazioni patologiche, ma possono aumentare anche per ragioni diverse. Gli esami del sangue che rivelano livelli alti di calcitonina quando in realtà la ragione non è tumorale, mettono in allarme il paziente e lo costringono ad interventi diagnostici – se non addirittura chirurgici di rimozione della tiroide - obbligando il paziente ad una terapia ormonale a vita.
Il Prof. Dr. med. Luca Giovanella sta conducendo un progetto di ricerca basato sullo studio di altre molecole per la diagnosi di carcinoma midollare. Tra esse, la procalcitonina, il precursore inattivo della calcitonina e che già oggi viene utilizzato come marker diagnostico in caso di infiammazioni gravi. L’idea è semplice: attraverso un “reflex-test”, un semplice esame del sangue, solo a seconda del risultato che si trova vengono lanciati esami aggiuntivi. Dapprima viene dosata la calcitonina; se l’esame risulta positivo, viene dosata la procalcitonina. A questo punto, se i risultati della procalcitonina sono negativi, il cancro può essere escluso e possono essere evitati ulteriori interventi inutili.
Per Kevin P. e per i suoi genitori i primi risultati di questa ricerca hanno un significato importante: grazie ad essi, Kevin P. può finalmente accettare gli inviti ai compleanni dei suoi amici invece di dovervi rinunciare per recarsi dal pediatra per l’ennesimo controllo.
*Nomi e immagini sono totalmente anonimizzati.
I valori alti di calcitonina nel sangue non sono sempre sinonimo di situazioni patologiche, ma possono aumentare anche per ragioni diverse.
Responsabile del progetto: Prof. Dr. med. Luca Giovanella, Direttore clinico e Primario Centro Diagnosi e Terapia delle Malattie Tiroidee, Medicina nucleare e Centro PET-CT
Collaborazioni: Ospedali Universitari di Marburg (D) e Milano-INT (I)
Sostenitori: Roche Diagnostics (100%)